UMBERTO VIO
Vajont: Settecentoventidue,50 s.l.m.
Perché un numero per titolo: è la quota sul livello del mare che il lago doveva raggiungere perché fosse emesso il certificato di collaudo della diga, l’acqua dell’invaso doveva lambire la sommità rappresentata dagli sfioratori. L’ostinazione di raggiungere questo limite è la causa del disastro.
La rassegna incomincia dalla fine di questa tragedia: dalle vittime, ed in particolare da chi non è mai nato e non ha ne nome, ne numero, non entra neppure nella macabra contabilità delle vittime. Non entra neanche nel conto dei dispersi, semplicemente non esiste.
Le immagini successive di ferri contorti, piegati, pezzi di cemento ancora aggrappati, mi sembrano le vite che sono state piegate, strappate, spogliate da una forza immane verso la quale nulla hanno potuto.
Vogliono percorrere a ritroso il dopo frana, quando in pochi minuti una intera comunità è stata cancellata, oltre che fisicamente anche culturalmente.
Chi è sopravvissuto ha avuto traumi psichici per tutta la vita, molti altri un futuro di assistiti, pochi hanno ritrovato la normalità.
Questa breve selezione fotografica è sicuramente del tutto insufficiente a rappresentare l'immensità del dramma che si è verificato alle 22:39 del 9 ottobre del 1963.
Umberto Vio
La rassegna incomincia dalla fine di questa tragedia: dalle vittime, ed in particolare da chi non è mai nato e non ha ne nome, ne numero, non entra neppure nella macabra contabilità delle vittime. Non entra neanche nel conto dei dispersi, semplicemente non esiste.
Le immagini successive di ferri contorti, piegati, pezzi di cemento ancora aggrappati, mi sembrano le vite che sono state piegate, strappate, spogliate da una forza immane verso la quale nulla hanno potuto.
Vogliono percorrere a ritroso il dopo frana, quando in pochi minuti una intera comunità è stata cancellata, oltre che fisicamente anche culturalmente.
Chi è sopravvissuto ha avuto traumi psichici per tutta la vita, molti altri un futuro di assistiti, pochi hanno ritrovato la normalità.
Questa breve selezione fotografica è sicuramente del tutto insufficiente a rappresentare l'immensità del dramma che si è verificato alle 22:39 del 9 ottobre del 1963.
Umberto Vio